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Consulenza sulla Marcatura CE

La nostra società ti affianca nella marcatura CE dei prodotti. Ciò Vi permette di rilasciare la Dichiarazione di Conformità.

Cos’è Dichiarazione di conformità?

CEC.Group ha pensato di realizzare questo sito dedicato alla Marcatura CE ed Dichiarazione di conformità spesso indicata con l’acronimo “DICO“. Questo perché dopo alcuni anni di lavoro in internet sul tema della marcatura CE, ci siamo resi conto che è l’argomento più cercato e sul quale è più largo l’interesse.

Qualsiasi prodotto immesso sul mercato Europeo è soggetto a direttive e norme. Questi devono essere conformi alla rispettiva legislazione ed il documento di arrivo della procedura prende il nome di Dichiarazione di conformità. Anche le installazioni tecniche al loro termine richiedono che venga rilasciato il documento.

Nota: il documento di arrivo dei prodotti da costruzione prende il nome di “Dichiarazione di prestazione” che è molto simile alla dichiarazione di conformità ma contiene dei dati prestazionali. Per maggiori dettagli consultare la pagina Prodotti da costruzione.

Non esistono pertanto casi di esclusione dall’obbligo di rilasciare la Dichiarazione di conformità quando si vende un prodotto. Questo vale sia che questi debbano o no essere marcati CE.

La dichiarazione di conformità e/o di prestazione è sempre obbligatoria!

 

Per essere esatti il termine vendita è riduttivo e tutte le direttive parla di “immissione sul mercato” ovvero mettere a disposizione di terzi in qualsiasi forma un qualsiasi prodotto, esclusi naturalmente cibi e bevande per i quali esistono leggi ad hoc.

Queste sono quindi le ragioni per cui tanto si parla e si scrive di Dichiarazione di conformità.

Alcuni soggetti sono arrivati a produrre anche dei software, ma un programma informatico non può garantire la sicurezza dei prodotti. Noi sconsigliamo vivamente di utilizzare questi strumenti per redigere la Dichiarazione di Conformità, ma la bellezza della libertà è proprio questa, poter scegliere di fare ciò che si preferisce (se questo non lede la libertà degli altri). 

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Hai bisogno di fare la Dichiarazione di Conformità?

La nostra società aiuta a chiarire qualsiasi dubbio sull’argomento guidando i clienti passo passo nella corretta realizzazione dei documenti atti a dimostrare la sicurezza dei prodotti.

Forniamo consulenze sulla marcatura CE e sulle altre Direttive che vi permette di rilasciare la Dichiarazione di conformità.

Siete produttori? Siete importatori? Dovete rendere conformi i Vostri prodotti, redigere il fascicolo tecnico e non sapete come fare? 

Possiamo fornirti la CORRETTA consulenza sulla Marcatura CE dei materiali e dei prodotti da costruzione.

Siamo Consulenti per centinaia di Aziende che si affidano a noi Collaboriamo con: Guardia di Finanza, Tributaria, Carabinieri, Polizia di Stato, Autorità Doganali, Tribunali, Camere di Commercio, Unioncamere, Enti Locali.

Puoi contattarci scrivendo una mail o telefonando. Il nostro esperto è sempre online.

 

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374 Commenti

  1. marco

    Salve
    sono un artigiano che vende e monta tendaggi.
    Desideravo farle questa domanda:
    quando un cliente mi richiede un tessuto ignifugo. io gli rilascio sempre insieme alla fattura
    il certificato di tessuto ignifugo (certificato che mi consegna il mio fornitore di tessuti), non so però se sono tenuto od obbligato per legge a conservare anche io tale certificato e se sono obbligato, le chiedevo per quanto tempo?

    Grazie

    Rispondi
    • admin

      Salve, se i tendaggi sono anche tende meccanizzate, devono essere marcati CE.
      I documenti sulla sicurezza dei prodotti, sia che siano marcati CE sia che non lo siano, vanno conservati per 10 anni.
      Cordiali saluti.
      Ing. Carraro

      Rispondi
      • marco

        Grazie per la celere risposta,
        ho fatto questa domanda, proprio perchè ad un asilo nido comunale a cui ho installato tessuti ignifughi più di 10 anni fa hanno chiesto di esibire il certificato di conformità alla raezione al fuoco del tessuto classe 1 (credo di aver scritto bene); non trovandolo più si sono rivolti a me per una copia che però non possiedo più nemmeno io.
        A dire la verità non sapevo nemmeno che io fossi OBBLIGATO PER LEGGE a conservarne una copia di tale certificato per ben 10 anni.Dico bene?

        Rispondi
        • admin

          Salve, dopo 10 anni Lei non ha più alcun obbligo, invece chi sta utilizzando il prodotto ha l’onere di verificare lo stato di sicurezza dello stesso, facendo fare delle analisi, o in qualche altro modo.
          Cordiali saluti.
          Ing. Carraro

          Rispondi
  2. angelo

    quindi dovrei fare io un certificato di conformità, ma nel mio caso che vendo macchine olearie, devo farne uno di una sola pagina scritta o allegare anche i materiali usati nella costruzione, i tipi di ferro, e il disegno della macchina???

    Rispondi
    • admin

      Salve, Lei deve predisporre un fascicolo tecnico per ogni macchina, all’interno di questo fascicolo tecnico andrà inserita anche la copia della dichiarazione di conformità (non certificato)e tutti gli altri documenti previsti dalla direttiva macchine.
      Nel nostro blog http://www.marcaturace.net troverà la descrizione completa di cosa sia la marcatura CE, poi Lei potrà decidere di studiare ed applicare la direttiva macchine oppure farsi aiutare.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
  3. angelo

    Ok ma dove faccio fare questa marchiatura CE? Le spese a quanto ammonterebbero?

    Rispondi
    • admin

      Salve, non esiste nè un luogo nè una entità deputata a fare la marcatura CE, perchè la deve fare Lei e solo Lei.
      Nel caso non sapesse come fare può ricorrere all’aiuto di consulenti, che Le spiegano e Le mostrano come si fa la marcatura CE.
      La nostra società oltre a gestire questo ed altri blog sull’argomento fornisce questo tipo di consulenza. Se desidera un preventivo lo richieda a questo indirizzo carraro@xvoi.net
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      p.s. visiti anche il blog http://www.marcaturace.net

      Rispondi
  4. vincenzo

    Salve,
    dovrei importare degli specchi da bagno dalla cina . gli specchi sono pero’ corredati di interruttore e cavetti , ma non hanno portalampade e trasformatore.
    mi chiedo se all’atto dell’importazione devo richiedere e presentare alla dogana italiana certificazione ce , o trattandosi di prodotto semilavorato , non ho l’obbligo all’atto dell’importazione della certificazione ce .
    grazie in anticipo

    Rispondi
    • admin

      Salve, innanzitutto l’obbligo è di marcatura CE e non di certificazione CE, cose ben diverse e spesso confuse.
      In secondo luogo questo obbligo scatta al momento delle commercializzazione e non dell’importazione, con buona pace di tutti quegli operatori anche istituzionali che pensano il contrario ed in base a questa “convinzione” operano in maniera illegale, con sequestri, blocchi della merce e via intrallazzando.
      Il prodotto da Lei indicato ha l’obbligo della marcatura CE e questo obbligo ricade su di Lei in quanto importatore.
      Cordiali saluti.
      Ing. Carraro

      Rispondi
  5. Ma La

    Buongiorno
    lavoro per una media impresa che produce macchine per il trattamento aria (di fatto, sono semimacchine perché verranno installate in cantiere all’interno di impianti più grandi; ad es. il nostro può essere un impianto per la ventilazione all’interno di una piscina, viene installato in un cantiere e allacciato all’impianto elettrico per farlo partire).
    La maggior parte dei clienti le comprano a nostro marchio, con il nostro manuale uso e manutenzione e il nostro certificato di conformità. Come comportarsi invece nel caso il cliente voglia che il marchio riportato sulla macchina sia il suo? Inserisco nella macchina il manuale uso e manutenzione del Cliente corredato con la sua dichiarazione di conformità (ma non è lui il costruttore!), o come credo invece noi rimaniamo i costrutturi e comunque sia (marchio sulle etichette a parte) dobbiamo fornire la macchina con il nostro manuale e la nostra dichiarazione? Personalmente propenderei per la seconda soluzione, se non fosse che quanto ho letto in merito alla dichiarazione di incorporazione non mi ha chiarito molto le idee.
    La ringrazio anticipatamente per ogni chiarimento in merito

    Rispondi
    • admin

      Salve, il concetto di incorporazione è diverso da quello da Lei descritto, si tratta di incorporazione in altra macchina più complessa e non in un generico impianto altrimenti non esisterebbe la macchina se tutte quelle collegate alla rete fossero quasi macchine.
      Un ventilatore rispetto ad un sistema aspirante può essere considerato una quasi macchina, ma non il sistema aspirante in sè, perchè è collegato all’impianto elettrico.
      Quindi il Vostro prodotto va marcato come macchina.
      Il fatto di marcarlo con il nome del cliente è possibile, ma sarebbe opportuno sottoscrivere un accordo formale in questo senso ed in ogni caso è il cliente che si prende anche parte delle Vostre responsabilità.
      Correttamente Voi dovreste fare il fascicolo tecnico per Voi e rilasciare una dichiarazione di conformità, il Vostro cliente dovrebbe fare la marcatura completa comprensiva anche dell’applicazione dell’etichetta con il marchio CE.
      Segua il sito http://www.marcaturace.net, troverà ancora maggiori informazioni rispetto a questo.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
  6. stefano

    Buongiorno, potrei cortesemente sapere cosa devo fare per rispettare tutte le normative vigenti ad oggi dopo una sostituzione o realizzazione di nuovo impianto di climatizzazione?
    Mi piace molto la vostra professionalità e vorrei adempiere a tutti i miei obblighi con serenità e consapevolezza, nel rispetto del cliente e della legge in vigore.
    Ho aperto da poco partita IVA e la sola cosa che mi interessa è lavorare professionalmente, io faccio termoidraulica e climatizzazione, sia impiantistica che assistenza, vi ringrazio anticipatamente del vostro aiuto.
    cordiali saluti

    Rispondi
    • admin

      Salve, non è molto difficile rispettare la legge in merito agli impianti dal punto di vista burocratico, si tratta di compilare un semplice modulo a fine lavori.
      Per questa ragione quando leggo nel blog di artigiani che sostengono l’inutilità delle “scartoffie” o chiedono un costo aggiuntivo per la dichiarazione di conformità, sospetto sempre che le ragioni di tale atteggiamento siano altre, ritengo di non sbagliare e che anche Lei possa intuire quali siano queste ragioni.
      La possibilità di redigere una regolare dichiarazione di conformità dipende da due fattori:
      – l’impianto deve essere eseguito a regola d’arte
      – Lei deve avere l’abilitazione alla realizzazione degli impianti e quindi alla redazione della dichiarazione.
      Per sapere se Lei è abilitato deve leggere la legge che disciplina questi impianti, la trova in internet oppure se mi invia una mail gliela spedisco direttamente, vedrà che non è certo difficile rispettarla.
      Ovviamente se non ha i requisiti puó sempre appoggiarsi per un periodo a qualche tecnico che La potrà aiutare, l’ho fatto anch’io per dei ragazzi che avevano iniziato la loro attività.
      Cordiali saluti
      Ing. Carraro

      Rispondi
      • stefano

        Salve Ing. Carraro, forse mi sono spiegato male, ma se rilegge il mio commento sono sicuro che ci capiremo.
        Per me niente è inutile e difficile da farsi.
        Considerando che ho le abilitazioni e che il lavoro fatto è a regola d’arte, dal punto di vista burocratico come fornitore ed installatore a cosa devo ottemperare per legge, da inizio lavori a fine degli stessi?
        Anch’io sono sicuro che non sia complicato anzi, magari direi il contrario.
        In attesa di una sua risposta cordialmente la saluto.
        e-mail: rsinstallazioni@gmail.com

        Rispondi
        • admin

          Salve, che Lei ritenesse corretto fare il Suo dovere lo avevo compreso, ma non sapevo se avesse o meno i requisiti per redigere la dichiarazione di conformità, ora che lo ha chiarito è evidente che non ha alcun problema.
          Le invierò la legge che contiene le istruzioni chiarissime per la redazione della dichiarazione, senza bisogno di scriverla io facendo finta che sia un lavoro da “esperti”, per me gli esperti non sono coloro che copiano un testo da una legge e lo spacciano per conoscenza, ma sono quelli che sanno fare il loro lavoro e cercano sempre di migliorare, come mi pare di aver capito sia Lei.
          Cordiali saluti.
          Ing. Carraro

          Rispondi
          • stefano

            Grazie Ing. Carraro!

  7. Massimiliano

    Grazie mille della risposta! E’ stato gentile ed esauriente come al solito. Spero che la dogana si attenga alla legge e non si impunti sul marchio CE.
    Per continuare il piccolo escursus nel mondo dell’altà fedeltà, all’interno degli “audiofili” ci sono sempre stati due partiti: i valvolari e i transistor. In tutti e due i casi, il suo amico avrebbe fatto bene a minimizzare il tutto: meno componenti ci sono e meglio suonano! La differenza sostanziale tra le due filosofie, oltre alla diversa progettazione, è più o meno una sola: le valvole provocano una distorsione assolutamente gradevole, che però chi interpreta il termine “altà fedeltà” alla lettera, beh, non digerisce. Per comprendere la distorsione si deve portare l’amplificatore alla massima potenza, dove si infatizzano le differenze tra i due approcci, che comunque esistono a qualsiasi regime di volume: la distorsione della valvola è unica, perchè, non appena il segnale in uscita emesso dalla placca raggiunge il suo massimo potenziale (potenza max dell’amplificatore), la valvola gradualmente inizia a reagire sempre meno al segnale di ingresso originario. Tutto ciò causa una sorte di compressione del segnale con conseguente graduale taglio di frequenze: il taglio è assolutamente graduale, quasi soft, ed avviene quando il segnale in ingresso aumenta, ma la massima potenza in uscita è stata raggiunta.
    I transistor invece, anche se agiscono quasi alla stessa maniera delle valvole, hanno un differente tipo di taglio sul livello massimo di potenza raggiunto in uscita: un’immediato brusco taglio.
    Questi due differenti tipi di saturazione, producono differenti serie di armoniche, chiamate armoniche secondarie: il transistor produce più armoniche dispari e nel suo caso peggiore il suono è “piatto” e “secco”, mentre la valvola produce armoniche pari con il risultato di un suono piu’ “caldo” e gradevole all’orecchio umano. Ovviamente c’è il rovescio della medaglia: il suono sulle basse frequenze prodotto dai transistor è netto, scolpito e velocissimo; nel caso peggiore in un amplificatore valvolare il suono è gonfio, sfocato e lentissimo. Insomma, nelle alte frequenze, la distorsione delle valvole rende il suono meno artificioso e più “analogico”, perchè le suddette aggiungono armoniche pari, molto gradevoli all’orecchio.
    Ovviamente troverà molta gente che sostiene che l’amplificatore a transistor, se è ben costruito, non è affaticante. Ed è sicuramente vero, ma la differenza di fondo rimane. Il mondo è bello perchè ognuno ha i suoi gusti! Grazie ancora della risposta.

    Rispondi
    • admin

      La ringrazio molto per la risposta che mi ha chiarito la questione, il mio amico che ha 75 anni e si occupa di elettrotecnica prima e di elettronica poi da quando ne aveva 12 (l’elettronica di uso comune ancora non c’era) è una specie di genio, ma autodidatta quindi è certamente meno bravo di Lei nelle spiegazioni e fino ad ora non capivo la sua contrarietà alle valvole.
      Dopo la Sua spiegazione anche questa cosa mi è chiara, perchè lui è un purista ed un perfezionista e quindi le distorsioni anche piacevoli non le tollera.
      Io ascolto la musica a volume medio o basso e con l’età sono diventato un pò sordo, quindi non potrei in ogni caso apprezzare le caratteristiche delle valvole che però ora ho compreso.
      Mi resta la soddisfazione di avere un amplificatore unico, con componenti selezionati a coppie con cura maniacale e con risultato di pulizia sonora eccellente.
      Pensi che mi ha “aggiornato” un giradischi di 35 anni fa ed ora ascolto i vinile con una pulizia pari a quella dei cd, ma con un calore ben diverso.
      Io sono audiofilo per modo di dire, mi piace la musica di tutti i generi, quando la ritengo bella e non la reputo tale perchè è di genere o perchè di un particolare artista, ognuno di noi fa delle cose fatte bene ed altre meno e quindi il “tutto” non è mai omogeneo, ad esempio amo ed ho sempre amato i Beatles, però Obladì Obladà, ancora oggi l’ascolto con difficoltà.
      Quando ha tempo torni a trovarci sul sito http://www.maraturace.net è quello principale dove si trovano le novità ed è tenuto costantemente aggiornato.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
  8. GAbriele Carducci

    Buongiorno,

    il DM37/08 cita:

    Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso, collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze.

    Dunque se realizzo un impianto elettrico non al servizio di un edificio ma ad es. al servizio di un impianto in raffineria posto all’aperto non devo redarre la dichiarazione di conformità?
    Devo fare qualcos’altro?
    SAluti

    Rispondi
    • admin

      Salve la dicitura “indipendentemente dalla destinazione d’uso” mi sembra chiara, una raffineria è composta anche da edifici (almeno così mi pare) quindi la dichiarazione di conformità di impianto deve essere fatta SEMPRE, d’altronde anche la legge 81/08 prevede che tutti gli impianti siano a norme.
      No vedo come sia possibile pensare che un impianto elettrico a servizio di una raffineria possa essere consegnato senza alcuna assunzione di responsabilità e quindi senza tale dichiarazione.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
  9. Massimiliano

    Mi scuso in anticipo se vi sottopongo dei quesiti che esulano un po’ dal blog, ma non troppo: da utente privato pochi giorni fa ho acquistato un prodotto hi-fi, di nicchia ma di altissima qualità, direttamente dagli USA, non trovando alcun distributore in Europa – ma trovandoli incredibilmente in tutto il resto del mondo, dalla Nuova Zelanda al Sud Africa, da Zurigo alla Croazia. Il dealer on-line americano me lo ha tranquillamente spedito: abbiamo condotto e concluso la trattativa in modo limpido e onesto; nessuno dei due si è domandato nulla sul fatto che io fossi italiano e che l’Italia è nell’EU. D’altronde l’apparecchio ha uno switch per i 230V, quindi tutto sembrava a posto. Col senno di poi, riflettendo un po’, mi sono un insospettito: mi sono domandato perchè una ditta che produce un prodotto universalmente riconosciuto di alta qualità (praticamente un coro unanime di consensi), ha deciso di non distribuirlo in Europa. Mi sono messo ad indagare un po’ sul web e ho trovato, tra le mille pagine che ne tessono le lodi, solo una pagina in cui si afferma che il proprietario della ditta avrebbe confidato che il prodotto non è distribuito in Europa perchè le sue saldature, utilizzate nel processo di produzione del circuito stampato, non rispettano la norma ROHS. Ovviamente non la possono rispettare, visto che stiamo parlando di alta qualità. Sì, è una nota polemica personale: la ROHS è ottima per la salute di chi dovrà smaltire questi apparecchi, è ininfluente per chi li maneggia ed è pessima per chi li utilizza per ascoltare un suono ad l’alta fedeltà. Ma questa è un’altra storia. Sono arrivato alla conclusione che il prodotto non può avere il marchio CE e quindi non può essere esportato in Europa. Ora vi pongo un po’ di domande:
    – l’utente privato che acquista on-line un prodotto fuori EU, che ovviamente l’azienda estera non è tenuta a certificare CE visto che non ha distributori in Europa, è lui risponsabile dell’eventuale dichiarazione di conformità richiesta dalla dogana? Come faceva a sapere che il prodotto non era certificato CE? Forse è il dealer USA che non doveva acconsentire a spedire l’oggetto in Europa?
    – tralasciando la fine che farà il mio apparecchio hi-fi alla dogana italiana se quest’ultima decidesse di aprire il pacco per il controllo del famigerato marchio CE, come si comporta la suddetta dogana con un hi-fi usato di 20 anni fa che arriva dai paesi extra-EU? Che cosa andrebbe fatto per legge? In pratica, da quel che ho campito, non si può fare nulla. Di fatto la direttiva ROHS implicitamente ha chiuso il mercato dell’usato degli apparecchi valvolari/elettronici. E’ così?
    – il distributore croato, ora che la Croazia è entrata in Europa, che cosa se ne farà degli apparecchi che ha in magazzino?
    Grazie mille e complimenti per il blog, che è veramente interessante anche per chi, come me, non è un addetto ai lavori.

    Rispondi
    • admin

      Salve, non entro in dettagli tecnici, ma personalmente sono propenso a NON credere alle voci ed al si dice, quindi non conoscendo la realtà del prodotto e le ragioni reali per cui il costruttore non lo commercializza in Europa mi astengo, Le rispondo invece sui singoli punti:
      – il consumatore finale che importa un prodotto non è tenuto, dato che non lo commercializza a fare alcunché, quindi neppure la dichiarazione di conformità, che certo non serve per il passaggio in dogana, questo dice la legge, ciò che poi fanno quotidianamente i doganieri (non tutti) italiani è un’altra storia
      – sui prodotti vecchi le direttive lasciano sempre dei margini di manovra e per ciò che riguarda i controlli doganali, si torna al punto precedente
      – credo che il distributore croato non farà assolutamente nulla e continuerà a vendere i prodotti come prima, solo in Italia ci si pone certi “problemi” perchè quelli veri si preferisce ignorarli
      – la legge parla di messa in commercio, quindi chi acquista per uso personale un’amplificatore a valvole e non ne fa un uso verso terzi è perfettamente in regola
      Per quanto riguarda la non liceità delle valvole dovrei approfondire l’argomento, che in realtà è molto di nicchia ed io dichiaro la mia ignoranza, però nel momento in cui ho posto la questione di fare un amplificatore ad un mio amico “esperto” e Le assicuro che la parola non è causale, lui me lo ha costruito con i transistor e non con le valvole e certo non per incapacità.
      Ora se dovessi spiegare i motivi di questa scelta, non saprei cosa dire, io però ho un apparecchio costruito “su misura” con una sola manopola, quella del volume, perchè il mio amico sostiene che la musica si ascolta così come è stata incisa e non con enne possibilità di modifica.
      Sono entrato in argomento musica, perchè mi piace, ma ne parlo da profano, quindi se ho esposto delle teorie strampalate mi scuso in anticipo, quello di cui rispondo senza tema di smentite è ciò che sta scritto nei paragrafi con le lineette, per il resto lo legga come uno scambio tra amatori degli impianti stereo.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      p.s. ricordo per completezza il sito http://www.marcaturace.net che contiene molti più argomenti di questo

      Rispondi
  10. Roberto

    Occorrerebbe conoscere qualcuno che abiti non so’ negli USA magari comunita’ italiane imprenditori che potrebbero darti una mano all’inizio … che e’ difficilissimo per chi e’ abituato a vivere in italia….e trovarsi in un altro paese

    Rispondi
    • admin

      Innanzitutto la lingua, inglese per l’Ontario, francese per il Quebec, meglio entrambe ma se ne conosce una delle due scegliere la zona con quella lingua.
      Un metodo è cercare un posto da cameriere per il periodo in cui si è in permesso turistico e ne frattempo cercare contatti nella comunità italiana.
      Personalmente s sceglierei Toronto, tra l’altro e vicino a Detroit, quindi ci possono essere altre opportunità.
      In totale alternativa Miami beach, altri clima in tutti i sensi, quindi se si ama il fresco del Canada meglio evitare, ma se si cercano opportunità è certamente un buon posto.
      Comunità italiana presentissima assieme alla ispanica,quindi meno problemi di lingua, locali gestiti da italiani, moltissimi, economia in forte crescita, diversamente dagli altri posti già citati.

      Rispondi
  11. Roberto

    Ahh in Canada? Bellissimo paese…. sto pensando di trasferirmi la’ …..per lavoro naturalmente… spero di portare la mia professionalita’ lassu’ peccato che non sappia nemmeno da dove iniziare per trovare lavoro la’ …. puo’ darmi a riguardo qualche suggerimento? Mi scuso in anticipo con tutti e con lei per aver postato un commento non riguardante chiarimenti su argomenti trattati in questo forum.

    Rispondi
    • admin

      Salve, nessun problema anch’io qualche volta scrivo di argomenti diversi dalla marcatura CE soprattutto nel blog http://www.marcaturace.net, quindi quando si escludono pubblicità ed offese, va tutto bene.
      Per i suggerimenti pratici forse so un pò di più per gli USA, ma la prima cosa che farei al Suo posto è un trasferimento di 3 mesi con visto turistico e in questo periodo cercherei un lavoro che so fare e qualcuno disposto a farmi un contratto.
      Credo che sia il metodo che funziona quasi dappertutto, però questa è solo la mia idea ed ovviamente se c’è qualcuno tra coloro che frequentano il blog che ne sa di più, spero intervenga.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
  12. Roberto

    Grazie tante per la risposta esaustiva…. e sopratutto tempestiva.

    Rispondi
    • admin

      Grazie a Lei, comunque normalmente le risposte sono più rapide, ora sono in Canada e quindi ho qualche problema sia con il fuso orario che con i collegamenti internet, rimango comunque sempre a disposizione e ricordo anche il sito http://www.marcaturace.net.
      Cordiali saluti
      Ing. Carraro

      Rispondi
  13. Roberto

    Salve, sono un artigiano impiantista elettrico e volevo porvi qualche domanda ed avere se possibile delle delucidazioni:
    io vorrei commercializzare un prodotto elettronico artigianale privo quindi credi di marcatura ce, questo prodotto pero’ l’ho gia visto in vendita in qualche sito, pero’ tutti specificano che e’ un prodotto artigiuanale quindi non presente in nessun negozio. La mia domanda e’ questa, se questi signori possiedono ditte di elettronica quindi commerciano con essa con le relative certificazioni presumo tipo 9001 etc etc questi signori con queste ditte possono mettere in commercio prodotti che riguardano la bassa tensione 220v nello specifico privi di marcatura ce? Si possono mettere in commercio dei circuiti elettronici a 220v fai da te senza nessuna certificazione ce? Grazie tante attendo impaziente vostra risposta sperando di essere stato il piu’ esaustivo possibile.

    Rispondi
    • admin

      I prodotti da Lei indicati devono avere il marchio CE. Sia che sia artigianali che industriali e sia che li commercializzi una piccola azienda o una multi nazionale, chi non lo fa infrange la legge.
      Cordiali saluti
      Ing. Carraro

      Rispondi
  14. Luca Palombi

    buongiorno

    dobbiamo spedire delle targhe all’estero e ci è stata richiesta la dichiarazione di conformità alle norme europee, in italiano e in inglese
    ma tra i modelli presenti sul web non c’è nulla di specifico per il ns. settore o settori simili.
    Potreste aiutarci?

    grazie
    LP

    Rispondi
    • admin

      Salve, posso cercare di fornire una risposta se Lei mi fornisce maggiori informazioni, ovvero targhe di che tipo e per quale utilizzo.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

      Rispondi
      • admin

        Salve, la prima necessità è che la macchina rispetti le norme attuali, inoltre dopo 10 anni la marcatura CE dovrebbe essere rifatta completamente a prescindere dal fatto che siano cambiate direttive e/o norme, perchè in questo tempo la macchina può aver subito profonde modifiche di cui non si può certo far carico il costruttore originario.
        Il mio consiglio è di controllare a fondo i sistemi di sicurezza della macchina e poi rifare la marcatura CE, dato che dopo aver fatto l’analisi dei rischi non c’è tanto lavoro da fare.
        Cordiali saluti
        ing. Carraro

        Rispondi
        • angelo

          buongiorno, ho un impianto oleario del 1997 come faccio a trovare il certificato di conformità? oppure a chi o cosa dovrei fare per richiederlo?

          Rispondi
          • admin

            Salve, lei dovrebbe fare la marcatura CE dell’impianto sia che abbia a disposizione i documenti sia che non li abbia, infatti dopo 10 anni la marcatura originale non ha più valore ed è necessario rifarla.
            Cordiali saluti
            Ing. Carraro

  15. Gianna

    Buongiorno,

    una dichiarazione di conformità UE (?) redatta (anno 2003!) ai sensi della direttiva 89/392/CEE e nella quale vengono citate nella quasi totalità norme ormai abrogate (EN 292, EN 418, EN 294, ecc….) non dovrebbe essere aggiornata anche se alla macchina non sono state apportate modifiche sostanziali??

    Posso avere problemi se faccio utilizzare la macchina all’interno del mio stabilimento?

    grazie
    saluti

    Rispondi
  16. gianmarco

    bungiorno,
    sette mesi fa ci sono stati consegnati due attrezzature da un ditta. sette mesi dopo ci siamo accroti che non ci hanno consegnato le dichiaraszioni di conformità. logicamente gli abbiamo telefonato e loro ci hanno risposto che è impossibile poichè la merce viaggia assieme alle dichiarazioni. Appurato che la merce non aveva allegato le dichiarazioni di conformità al momento della consegna ci hanno seccamente risposto che il costo dei duplicati era a nostro onere. Rimugginandoci sul fatto siamo arrivati alla conclusione che noi siamo esenti da ogni responsabilità….vero o falso??

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    • admin

      Salve, la risposta è “falso”, siete Voi che utilizzate queste attrezzature e quindi ne siete responsabili a tutti gli effetti, se sapete che non sono in regola non le dovete usare.
      Quello che Vi chiede il fornitore è illegittimo e Vi sta raccontando un sacco di frottole, scrivetegli che Vi rivolgerete alla tributaria per verificare se i documenti devono essere pagati e vederete che i discorsi cambieranno come per incanto.
      Cordiali saluti.

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  17. albert

    Buonasera,

    avrei una domanda.
    Un costruttore, può apporre autonomamente la marcatura CE senza l’intervento di un ente notificato qualore il regolamente europeo e le relative norme armonizzate di riferimento per il suo prodotto lo consentano?

    grazie mille

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    • admin

      Salve, sembra che il Regolamento 305 abbia un po’ più successo della direttiva 89/106 che lo ha preceduto, forse perché in questo caso le associazioni di categoria non hanno potuto fare il loro giochetti dilatori, finalmente l’Europa ci da una mano a stare al passo degli altri.
      La risposta alla Sua domanda è affermativa, inoltre per le microaziende (fino a 10 dipendenti) è possibile usare il sistema 4 anche quando le norme prevedono il 3, il che significa fare senza ente notificato, previsto dal 3 ma non dal 4.
      Cordiali saluti.
      Ing. Carraro

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  18. Luisa sartorio

    Buongiorno sono titolare dal 2001 di una società di servizi ed ho fornito cavi per verricelli installati su elicotteri allegando al materiale documentazione e certificato di conformita del costruttore (U.S.A.) e certificato di conformita del rivenditore dobbiamo allegare anche il nostro certificato di conformita” ? la ringrazio e porgo cordiali saluti.

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    • admin

      Salve, il prodotto in questione deve essere marcato CE e chi lo deve marcare è Lei, ciò che dice o scrive il produttore extra europeo non ha alcun valore per le leggi europee.
      Non si tratta di certificati ma di marcatura CE, cosa ben diversa.
      Cordiali saluti.

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      • Luisa sartorio

        Buongiorno gli apparati installati sui velivoli sono tutti o quasi di produzione Usa e non vengonono marcati CEE

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        • admin

          Come ho già scritto nessun prodotto costruito da un produttore con sede esterna alla UE può riportare il marchio CE, perchè la marcatura CE è un obbligo dell’importatore.
          Nel caso di velivoli è necessario verificare che non ci siano esclusioni nella direttiva, però questa esclude i velivoli, come qualsiasi altro mezzo di trasporto, ma non gli accessori ad essi applicati.
          Personalmente ritengo che questi siano normali sistemi di sollevamento ed in quanto tali soggetti a marcatura CE obbligatoria prima dell’immissione nel mercato UE.
          Il fatto che i costruttori USA non marchino questi prodotti è corretto dato che non lo possono fare, il fatto che non li marchino gli importatori è sorprendente, ma è sintomatico del modo in cui il problema sicurezza si affronta nel nostro Paese ed in Europa.
          Nel caso sollevino anche persone si entra anche in un settore specifico con obbligo di marcatura CE previa certificazione.
          Sono esclusi gli impieghi militari che sono disciplinati da altre e più rigorose specifiche.
          Cordiali saluti.

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  19. Bruno

    Parole sante, Ingegner Carraro.
    La ringrazio molto.
    Darò un ultimatum a questo figuro (…e non uso parole a vanvera) e, in mancanza di celere risoluzione, sarà un piacere ricontattarLa per entrare nel vivo del lavoro con il Suo Studio.

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    • admin

      Salve, lo scopo di questo blog non è quello di istigare o far nascere dispute tra le aziende, noi cerchiamo solo di chiarire le questioni e mettere in luce i problemi ed i rischi che derivano da un prodotto di cui nessuno si è assunto formalmente la responsabilità.
      C’è il rischio che ci vada di mezzo chi ha agito in buona fede (Lei e l’acquirente finale).
      Cerchi di capire se effettivamente si è trattato di una svista oppure questo costruttore è totalmente all’oscuro dei suoi doveri, poi decida il da farsi.
      A noi fa piacere lavorare, me per ottenere i lavori non desideriamo creare problemi agli altri, non è il nostro obiettivo e ritengo lo si evinca dal contenuto del nostro blog.
      A proposito di blog noi gestiamo anche quello di http://www.marcaturace.net che sulla marcatura è èiù completo di questo.
      Cordiali saluti
      ing. Carraro

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  20. bruno

    Buongiorno,
    ho recentemente acquistato un macchinario per imballaggio costruito su mio ordine da un fabbricante italiano.
    Il macchinario era fin dall’ordine destinato alla rivendita all’estero ma entro la Comunità Europea (Slovenia).
    Al momento dell’installazione presso il cliente finale sloveno, ci accorgiamo che la macchina non ha dichiarazione di Conformità, targhetta coi dati costruttivi e targhetta con il logo CE .
    Logicamente richiedo tutto ciò al costruttore che, a distanza di 15 giorni, ancora tergiversa, dice che ha bisogno di altre due settimane per farmi pervenire il tutto ben redatto , ecc.
    Inutile dire che, nel frattempo, il cliente sloveno sta utilizzando il macchinario.
    La ringrazio fin d’ora per chiarire qual’é la mia attuale situazione sia sul piano civile che su quello penale e cosa posso/debbo fare sia per far valere i miei diritti (se ne ho) presso il costruttore, sia per cautelarmi da conseguenze finché non mi arrivi la documentazione.
    Aggiungo che – nel caso del protrarsi di questa situazione – é già nei miei piani attivarmi autonomamente per procedere con tutto l’iter presso un qualche professionista. Capirà però che iniziare tale procedura nutrendo ancora la speranza che il costruttore mi dia quanto mi serve entro pochi giorni … non é un forte stimolo a cominciare .
    Grazie e complimenti per il blog.

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    • admin

      Buongiorno, per prendere una decisione in merito, ci sono due aspetti di cui tenere conto, uno di corretto comportamento ed uno di opportunità.
      Partiamo dall’ultimo, se Lei ha già pagato tutto l’importo al Suo fornitore, dovrebbe pretendere da lui una cosa che avrebbe dovuto darLe con il prodotto.
      Nel caso invece abbia ancora una parte del pagamento in sospeso e quindi la possibilità di recuperare il costo della marcatura CE, Le consiglio di farla Lei ed ora Le spiego per quali ragioni.
      1 Lei è l’unico responsabile civile e penale in toto del prodotto che ha fornito e che sta lavorando, provi ad immaginare cosa succederebbe in caso di incidente (speriamo mai)
      2 che un fornitore realizzi un prodotto e non faccia la marcatura CE, dicendo che la fa successivamente, equivale a dire che guido l’auto e prenderò la patente di guida se e quando me la chiederà la polizia, questa affermazione merita solo la galera. Non dubito che il prodotto sia fatto bene, almeno spero per Lei, ma la marcatura CE inizia e si sviluppa assieme al prodotto ed affermare che “la sto preparando” significa non sapere neppure di cosa si sta parlando, quindi la domanda che Le rivolgo è:- è il caso di fidarsi?-
      3 se la marcatura CE la fa Lei, avrà la possibilità sia di apprendere come si fa e Le servirà in futuro ed inoltre di verificare se la macchina è realmente costruita nel rispetto della legge, ed è questo che conta maggiormente.
      Credo sia il caso di non lasciare più spazio ai “furbi” che pensano di prendere in giro gli altri e li espongono a gravi rischi (sia Lei che gli operatori della macchina), quindi valuti Lei quali delle due strade intraprendere, dato che io non conosco i particolari, personalmente mi fido poco di quelli che fanno le cose nei tempi sbagliati.
      Cordiali saluti.
      ing. Carraro

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