L’acqua è vitale per ogni essere vivente!
Un metro cubo di acqua (1.000 litri) fornito all’interno delle nostre case, costa circa 1 €, molto meno di una qualsiasi bibita, eppure ogni volta che sentiamo parlare di aumenti, si alzano proteste da ogni dove, per il costo dell’acqua.
Ogni volta che tiriamo lo sciacquone ne consumiamo 25 litri ed una famiglia standard ne consuma circa 1 metro cubo al giorno, gli americani ne consumano tre volte tanto, mentre in molte parti del mondo milioni di persone soffrono per la carenza d’acqua, ed in alcuni Paesi si fanno progetti per sfruttare l’acqua del mare o gli iceberg.
Non è questa la sede per discutere di questioni politiche o etiche, ma ricordare la realtà non fa male.
Un problema immediato legato alla gestione dell’acqua, dai punti di prelievo ai punti di utilizzo, è la necessità che essa arrivi al consumatore in condizioni che ne garantiscono la potabilità, deve avere le giuste percentuali di sali e sostanze nocive al di sotto dei litri consentiti.
Merita un cenno la vicenda tutta italiana relativa alla presenza di pesticidi nell’acqua, accertata a metà degli anni ottanta, dovuta all’utilizzo scriteriato di queste sostanze in agricoltura, che ha portato all’inquinamento delle falde e dei corsi d’acqua.
Dato che in moltissime zone d’Italia, il livello di atrazina superava 0,4 microgrammi per litro, moltissimi consorzi erano fuori legge. Quale fu la soluzione adottata e messa in pratica dall’allora ministro Donat Cattin? Semplice ed efficace, aumentare di dieci volte il limite massimo, mentre per altre sostanze lo ha moltiplicato per 40 e per 165, e attenzione: nessuno scese in piazza a difesa della salute dei cittadini.
L’acqua che esce dai rubinetti oggi è paragonabile, se non migliore di quella in bottiglia, ma è chiaro che molti preferiscono credere ai produttori di acqua minerale piuttosto che a coloro che gestiscono l’acqua pubblica e dati i precedenti, come dare loro torto.
L’acqua pubblica proviene, per i fortunati dalle risorgive, pozzi a centinaia di metri di profondità, per gli altri dai fiumi e dai laghi, si proprio da quei posti in cui si sversa di tutto.
Appare quindi evidente la necessità di una depurazione accurata prima dell’immissione nella rete idrica, ma anche successivamente, lungo tutto il percorso, dove si arriva a perdere fino al 40% dell’acqua immessa, è necessario utilizzare materiali che non ne alterino le condizioni di potabilità.
Condotte, raccordi, valvole, pompe e poi le caldaie, i tubi di casa, i rubinetti e tutto ciò che va a contatto con l’acqua, deve rispettare le direttive europee, la prima delle quali risale al 1980 ed è stata recepita in Italia nel 1990, dopo che il famoso ministro aveva già fatto il suo.
In 30 anni fortunatamente sono cambiate molte cose, per quanto riguarda la sensibilità dei consumatori e di conseguenza l’attenzione che devono porre gli operatori del settore, che oggi oltre alle leggi specificamente indirizzate all’acqua, devono rispettare anche le direttive sui prodotti che trattano l’acqua, ovvero tutte le apparecchiature che possono essere relative alle macchine, alla ped, che impongo tutto il processo di marcatura CE, dimostrato dal fascicolo tecnico.
Chi deve essere comunque sempre attento è il consumatore finale, che potrà richiedere l’intervento delle autorità di controllo, ogni volta che avrà il dubbio che qualcosa non sia a norma.