Chiariamo subito, per evitare equivoci che non parliamo di malattie e di epidemie nel senso medico del termine, utilizziamo questo termine perchè è l’unico che rende l’idea di una situazione che riguarda la maggioranza di una popolazione.
La popolazione è esclusivamente quella italiana, il virus potremmo chiamarlo “certificato“, quindi la malattia la chiameremo “certificatite“.
Solo con il termine epidemia, ovvero qualcosa che colpisce tutti indistintamente, si può spiegare la costante pervicacia con cui tutti approcciano alla marcatura CE, usando i termini certificato e certificazione e molto raramente il corretto termine “marcatura CE“.
Ogni giorno, più volte al giorno ed anche più volte nella stessa conversazione, siamo costretti a correggere i nostri interlocutori che immancabilmente ci parlano di certificati.
A volte è solo un errore di termini, altre volte tutte queste persone sono convinte che sia proprio il certificato quello che loro devono avere, ovviamente pagando chi glielo fornisce.
Quando noi spieghiamo: un certificato afferma che un campione rispetta delle norme, ma non dice nulla sulla produzione di serie, percepiamo la prima perplessità, perchè cominciano a comprendere che evidentemente per qualche ragione, lo scopo di questo utile strumento è stato assolutamente falsato.
La legge impone la marcatura CE, che significa la garanzia che ogni singolo prodotto immesso in commercio è sicuro, è questo che interessa o dovrebbe interessare il pubblico.
Non si comprende quindi per quale ragione si preferisca una copia di un documento, che si riferisce ad un prodotto che non sarà mai disponibile, rispetto alla dichiarazione scritta e firmata dal venditore, che il prodotto che si acquista è sicuro.
Le cause di questa epidemia sono molte: ignoranza delle leggi, falsi fautori della sicurezza e che vendono chimere sotto forma di documenti con timbri e firme sempre illeggibili, convinzione che ciò che afferma il produttore non ha valore, mentre un documento con parvenza di ufficialità, rappresenta un lasciapassare onnipotente.
Ovviamente ad alimentare questa epidemia, che ha anche ragioni storiche, in un Paese dove per secoli ha contato ed ancora conta molto la voce del Padrone, ci sono interessi ben evidenti, ed è incomprensibile come il buon senso lasci spazio alla fiducia incondizionata alle scartoffie.
Speriamo che il nostro impegno, piano piano, giorno dopo giorno, contribuisca a ridurre se non eliminare questa epidemia, speriamo di diventare l’antidoto a questo anacronistico virus, con buona pace dei venditori di fumo.